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I BAMBINI E LO STRESS: COSA PREOCCUPA I NOSTRI BIMBI?

apr 25, 2021

L’idea che l’infanzia sia preservata da stress è del tutto sbagliata e sempre più Psicologi ( APA, 2013) ritengono che i nostri bambini si debbano quotidianamente confrontare con una quantità di eventi stressanti di gran lunga maggiore rispetto a quella affrontata dalle generazioni precedenti.
Gli stressors sono numerosi e diversi, qui di seguito ne riportiamo solo alcuni a titolo esemplificativo.
Innanzitutto il sistema familiare è cambiato rispetto al passato, oggi è sempre più comune trovare famiglie monoparentali, in cui la responsabilità del bambino è affidata a un singolo genitore, o famiglie allargate in cui i componenti di diverse famiglie si fondono tra loro. Per quanto tali situazioni vengano gestite nel modo più opportuno per rispettare i sentimenti e le eventuali preoccupazioni del bambino, il bambino impiega del tempo per adattarsi a tali cambiamenti che, a volte, possono rappresentare una fonte di stress.
Inoltre nella società sempre più frenetica di oggi che impone ai genitori orari di lavoro a tempo pieno, il tempo che si riesce a passare con i figli , spesso, è minore di quello che si vorrebbe. Per alcuni bambini la responsabilità di occuparsi da soli di piccole attività quotidiane o del fratellino più piccolo dopo la scuola, sembra essere un ulteriore fonte di preoccupazione.
 A questo si aggiungano le innumerevoli attività extrascolastiche (sportive, artistiche, musicali) che impegnano e riempiono quello che dovrebbe essere il tempo libero dei bambini e che riducono la possibilità di dedicarsi ai loro hobby o semplicemente rilassarsi.
In alcune circostanze può capitare che anche le attività sportive si trasformino in ring prestazionali: allenatori e genitori, a volte, tendono a dimenticare il valore ludico di una partita di calcio o di una gara di nuoto, rendendoli oggetto di forti aspettative. Il bambino, spinto a compiacere e non deludere le aspettative, si impegna eccessivamente per raggiungere obiettivi sempre più faticosi. Questo concetto possiamo ritrovarlo anche all’interno del contesto scolastico in cui, a volte, viene più valorizzato e premiato l’aspetto prestazionale che quello “umano”. 
Infine i bambini di oggi vivono in una società pericolosa, società in cui viene sempre ricordato loro di stare attenti, di essere cauti e prudenti rispetto a ipotetiche situazioni di adescamento, persino on line. Ovviamente la percezione è quella di vivere in un mondo sempre meno sicuro e questo aspetto provoca in alcuni bambini un forte senso di paura e preoccupazione per la propria salute e quella della propria famiglia.
Naturalmente il modo in cui un bambino risponde agli eventi stressanti che lo circondano dipende dal suo temperamento e dallo sviluppo cognitivo ed emotivo che ha raggiunto; a seconda dell’età un bambino avrà anche una percezione differente dei possibili stressors e metterà in atto strategie più o meno funzionali per affrontarli. 
Lo sviluppo della resilienza dipende moltissimo dalla presenza e dal supporto di genitori, insegnanti ed allenatori che sono punti di riferimento imprescindibili per la crescita emotiva di un bambino, soprattutto in fasi di crescita così importante come l’infanzia e la fanciullezza.

Autore: Psicologa e Psicoterapeuta DR.SSA MICHELA FANELLI (fonte: https://www.psicologionline.net/articoli-psicologia/articoli-genitori-figli )

Autore: 9f5c26a8_user 03 ago, 2021
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Autore: 9f5c26a8_user 03 ago, 2021
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Autore: 9f5c26a8_user 07 mag, 2021
Cos’è l’ADHD? L’ADHD (ovvero “attention deficit hyperactivity disorder”) è un disturbo comune dello sviluppo neurologico. Secondo l’Associazione Psichiatrica Americana (APA), l’ADHD colpisce circa l’8,4% dei bambini e il 2,5% degli adulti. Nello specifico, I medici la diagnosticano più spesso nei maschi che nelle femmine. I bambini con ADHD hanno difficoltà con l’attenzione, l’iperattività e il controllo degli impulsi. Possono avere difficoltà a concentrarsi, a stare fermi o a pensare prima di agire. Esistono tre sottocategorie di ADHD: • disattento • iperattivo-impulsivo • combinato I sintomi dell’ADHD possono migliorare con l’avanzare dell’età ed i pazienti possono acquisire maggiore concentrazione e controllo sui loro impulsi. Cos’è l’autismo? Il disturbo dello spettro autistico influenza la comunicazione sociale e l’interazione di una persona in vari contesti. Non esiste una cura, ma il trattamento può aiutare le persone a fare progressi nei settori che trovano impegnativi. La “American Autism Association” riferisce che l’autismo appare tipicamente prima che il bambino raggiunga l’età di 3 anni e che è cinque volte più probabile che si sviluppi nei maschi che nelle femmine. ADHD e Autismo A volte è difficile capire la differenza tra autismo e ADHD, soprattutto nei bambini più piccoli. Ecco come distinguere i sintomi delle due condizioni: Attenzione I bambini con ADHD, spesso, hanno difficoltà nel prestare attenzione, soprattutto in intervalli di tempo troppo prolungati e possono distrarsi facilmente. I bambini autistici possono avere un interesse limitato. Possono sembrare ossessionati da cose che apprezzano e hanno difficoltà a concentrarsi su cose che non gli interessano. Sono in grado di ricordare facilmente fatti e dettagli, e alcuni riescono ad eccellere in matematica, scienze, musica o arte. Risulta essere più immediato individuare questi segni mentre il bambino svolge dei compiti. Un bambino con ADHD potrebbe non essere in grado di prestare attenzione a qualsiasi argomento. Un bambino autistico può avere un alto livello di attenzione sui suoi argomenti preferiti, ma potrebbe non essere in grado di impegnarsi in argomenti che lo interessano meno. Comunicazione Le difficoltà di comunicazione sono caratteristiche per lo più dell’autismo. Tuttavia, anche alcuni bambini con ADHD hanno queste stesse difficoltà, ma in genere si presentano in modi diversi. I bambini con ADHD possono: • parlare continuamente; • vogliono avere l’ultima parola; • ignorare l’influenza delle proprie parole sulle altre persone; • interrompere gli altri. I bambini autistici possono: • avere difficoltà nell’esprimere le loro emozioni e i loro pensieri; • non usare gesti per comunicare; • avere difficoltà nel mantenere il contatto visivo; • fissarsi su un argomento di conversazione; • giocare in modo diverso (potrebbero non capire il gioco a turni o quello di fantasia) • non avviare o rispondere alle interazioni sociali. Routine e struttura I bambini con ADHD possono annoiarsi rapidamente con una struttura che trovano poco interessante, compresa quella della classe. Senza varietà, possono anche perdere interesse per le attività. Al contrario, i bambini autistici spesso dimostrano una forte omogeneità, volendo aderire a routine o a modelli ritualizzati di comportamento verbale o non verbale. I cambiamenti possono causare turbamento e irritabilità. C’è una relazione tra autismo e ADHD? C’è una certa somiglianza tra i sintomi dell’autismo e dell’ADHD, ed è possibile avere entrambe le condizioni. Il CDC (Centers for Disease Control and Prevention) stima che il 14% dei bambini con ADHD negli Stati Uniti hanno anche un disturbo dello spettro autistico. Altre ricerche collocano questo numero al 15-25%. I ricercatori non comprendono appieno le cause di entrambe le condizioni, anche se probabilmente i fattori genetici giocano un ruolo in entrambe. La diagnosi di ADHD La diagnosi di ADHD, si basa sui sintomi che sono stati presenti negli ultimi 6 mesi. Se un medico sospetta l’autismo, può esaminare il comportamento e lo sviluppo del bambino negli anni precedenti. Tuttavia, In entrambi i casi, possono richiedere l’intervento degli insegnanti e dei caregivers, così come quello dei genitori. Il medico inoltre, intende escludere le condizioni che possono causare sintomi simili a quelli dell’autismo o dell’ADHD. Questi problemi includono: • problemi di udito • difficoltà di apprendimento • disturbi del sonno Secondo uno studio del 2010 che ha esaminato i dati di oltre 2.500 bambini autistici negli Stati Uniti, l’83% di questi aveva almeno un altro disturbo dello sviluppo, mentre il 10% presnetava almeno un disturbo psichiatrico. Il trattamento Il trattamento varia a seconda del bambino, dei suoi sintomi e della presenza di altre condizioni. Alcuni trattamenti per l’autismo e l’ADHD includono: • terapia comportamentale • farmaci Inoltre, i bambini autistici possono beneficiare di ulteriori forme di terapia, a seconda delle loro esigenze. Alcune opzioni includono: • consulenza • interventi educativi • terapia occupazionale • integrazione sensoriale • logopedia In fine, la formazione e l’istruzione possono anche consentire ai genitori e a chi si prende cura dei bambini di gestire meglio i loro sintomi. Fonte: https://www.portale-autismo.it/differenze-tra-autismo-e-adhd/
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