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LA FOBIA: CONOSCERLA PER SAPERLA CONTROLLARE MEGLIO

mag 07, 2021
Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM 5, APA, 2013) la Fobia Specifica è un disturbo caratterizzato da un’ansia clinicamente significativa provocata dall’esposizione ad un oggetto o ad una situazione specifici. Tale ansia è incontrollabile e può sfociare in un attacco di panico, nonostante il soggetto riconosca l’eccessiva irragionevolezza della paura che sta provando. Il soggetto fobico, dunque, sperimenta una paura intensa e sproporzionata rispetto ad una valutazione oggettiva del pericolo effettivamente insito in quell’oggetto o in quella situazione.
Come nasce una fobia? Generalmente le possibilità sono le seguenti.
O la fobia nasce come conseguenza di un evento traumatico (per esempio, la fobia del cane scaturisce dal fatto di essere stato morso da un cane).
Oppure la fobia ha origine intrapsichica ed è frutto del meccanismo di difesa chiamato Spostamento. Secondo quest’ultima possibilità, il soggetto fobico, per tenere lontano dalla coscienza un contenuto mentale angoscioso relativo alla sua storia di vita, sposta l’ansia all’esterno, attribuendola ad un oggetto/situazione che sono diversi dalla questione originaria ma legati ad essa da vincoli associativi. Che cosa significa? Che invece di affrontare una questione intima irrisolta più o meno inconscia che ci genera ansia, spostiamo questa emozione su un oggetto o situazione esterni.
Che vantaggi ha lo Spostamento?
1. Consente di distogliere l’attenzione dall'effettivo problema che causa la nostra preoccupazione (ossia, la questione intima irrisolta)
2. Dà la sensazione che l’ansia non riguardi noi stessi ma l’oggetto, perché si attribuisce la causa del proprio disagio alle caratteristiche dell’oggetto fobico, piuttosto che a qualcosa che riguarda la nostra storia di vita.
3. Il pensare che il problema riguardi un oggetto esterno invece che una fragilità che ci appartiene conferisce una maggiore sensazione di controllo sull’ansia, perché l’oggetto fobico è esterno e circoscritto e, quindi, evitabile.
Due fenomeni strettamente connessi a questo disturbo d’ansia sono l’Ansia Anticipatoria e l’Evitamento.
Lo stato di tensione che si scatena in assenza dello stimolo ansiogeno ma al solo pensiero di poterci avere a che fare in futuro è detto Ansia Anticipatoria. L’Ansia Anticipatoria è molto invalidante perché:
1. Inquina la mente per un periodo di tempo molto più lungo di quello trascorso a contatto con lo stimolo facendoci perdere il contatto con il momento presente: pensiamo a chi soffre della fobia di volare che non si gode la vacanza di una settimana perché appena attera si angoscia all’idea del volo di ritorno.
2. Si basa sul concetto della «profezia che si auto-avvera», ossia il pensare che si avrà paura contribuisce all’insorgere effettivo della paura.
3. Inizia sempre con maggior anticipo
L’Ansia Anticipatoria è responsabile di un meccanismo difensivo chiamato Evitamento, ossia la scelta di rinunciare ad una certa cosa o a mettersi in una data situazione per paura che sopraggiunga un attacco d’ansia. L’Evitamento è un meccanismo difficilissimo da estirpare perché è costantemente rinforzato dal sollievo che il soggetto sente di ottenere allontanandosi dallo stimolo fobico.

Autore Psicologa DR.SSA MICHELA LAUNI (fonte: https://www.psicologionline.net/articoli-psicologia/articoli-ansia-depressione )
Autore: 9f5c26a8_user 03 ago, 2021
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Autore: 9f5c26a8_user 03 ago, 2021
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Autore: 9f5c26a8_user 07 mag, 2021
Cos’è l’ADHD? L’ADHD (ovvero “attention deficit hyperactivity disorder”) è un disturbo comune dello sviluppo neurologico. Secondo l’Associazione Psichiatrica Americana (APA), l’ADHD colpisce circa l’8,4% dei bambini e il 2,5% degli adulti. Nello specifico, I medici la diagnosticano più spesso nei maschi che nelle femmine. I bambini con ADHD hanno difficoltà con l’attenzione, l’iperattività e il controllo degli impulsi. Possono avere difficoltà a concentrarsi, a stare fermi o a pensare prima di agire. Esistono tre sottocategorie di ADHD: • disattento • iperattivo-impulsivo • combinato I sintomi dell’ADHD possono migliorare con l’avanzare dell’età ed i pazienti possono acquisire maggiore concentrazione e controllo sui loro impulsi. Cos’è l’autismo? Il disturbo dello spettro autistico influenza la comunicazione sociale e l’interazione di una persona in vari contesti. Non esiste una cura, ma il trattamento può aiutare le persone a fare progressi nei settori che trovano impegnativi. La “American Autism Association” riferisce che l’autismo appare tipicamente prima che il bambino raggiunga l’età di 3 anni e che è cinque volte più probabile che si sviluppi nei maschi che nelle femmine. ADHD e Autismo A volte è difficile capire la differenza tra autismo e ADHD, soprattutto nei bambini più piccoli. Ecco come distinguere i sintomi delle due condizioni: Attenzione I bambini con ADHD, spesso, hanno difficoltà nel prestare attenzione, soprattutto in intervalli di tempo troppo prolungati e possono distrarsi facilmente. I bambini autistici possono avere un interesse limitato. Possono sembrare ossessionati da cose che apprezzano e hanno difficoltà a concentrarsi su cose che non gli interessano. Sono in grado di ricordare facilmente fatti e dettagli, e alcuni riescono ad eccellere in matematica, scienze, musica o arte. Risulta essere più immediato individuare questi segni mentre il bambino svolge dei compiti. Un bambino con ADHD potrebbe non essere in grado di prestare attenzione a qualsiasi argomento. Un bambino autistico può avere un alto livello di attenzione sui suoi argomenti preferiti, ma potrebbe non essere in grado di impegnarsi in argomenti che lo interessano meno. Comunicazione Le difficoltà di comunicazione sono caratteristiche per lo più dell’autismo. Tuttavia, anche alcuni bambini con ADHD hanno queste stesse difficoltà, ma in genere si presentano in modi diversi. I bambini con ADHD possono: • parlare continuamente; • vogliono avere l’ultima parola; • ignorare l’influenza delle proprie parole sulle altre persone; • interrompere gli altri. I bambini autistici possono: • avere difficoltà nell’esprimere le loro emozioni e i loro pensieri; • non usare gesti per comunicare; • avere difficoltà nel mantenere il contatto visivo; • fissarsi su un argomento di conversazione; • giocare in modo diverso (potrebbero non capire il gioco a turni o quello di fantasia) • non avviare o rispondere alle interazioni sociali. Routine e struttura I bambini con ADHD possono annoiarsi rapidamente con una struttura che trovano poco interessante, compresa quella della classe. Senza varietà, possono anche perdere interesse per le attività. Al contrario, i bambini autistici spesso dimostrano una forte omogeneità, volendo aderire a routine o a modelli ritualizzati di comportamento verbale o non verbale. I cambiamenti possono causare turbamento e irritabilità. C’è una relazione tra autismo e ADHD? C’è una certa somiglianza tra i sintomi dell’autismo e dell’ADHD, ed è possibile avere entrambe le condizioni. Il CDC (Centers for Disease Control and Prevention) stima che il 14% dei bambini con ADHD negli Stati Uniti hanno anche un disturbo dello spettro autistico. Altre ricerche collocano questo numero al 15-25%. I ricercatori non comprendono appieno le cause di entrambe le condizioni, anche se probabilmente i fattori genetici giocano un ruolo in entrambe. La diagnosi di ADHD La diagnosi di ADHD, si basa sui sintomi che sono stati presenti negli ultimi 6 mesi. Se un medico sospetta l’autismo, può esaminare il comportamento e lo sviluppo del bambino negli anni precedenti. Tuttavia, In entrambi i casi, possono richiedere l’intervento degli insegnanti e dei caregivers, così come quello dei genitori. Il medico inoltre, intende escludere le condizioni che possono causare sintomi simili a quelli dell’autismo o dell’ADHD. Questi problemi includono: • problemi di udito • difficoltà di apprendimento • disturbi del sonno Secondo uno studio del 2010 che ha esaminato i dati di oltre 2.500 bambini autistici negli Stati Uniti, l’83% di questi aveva almeno un altro disturbo dello sviluppo, mentre il 10% presnetava almeno un disturbo psichiatrico. Il trattamento Il trattamento varia a seconda del bambino, dei suoi sintomi e della presenza di altre condizioni. Alcuni trattamenti per l’autismo e l’ADHD includono: • terapia comportamentale • farmaci Inoltre, i bambini autistici possono beneficiare di ulteriori forme di terapia, a seconda delle loro esigenze. Alcune opzioni includono: • consulenza • interventi educativi • terapia occupazionale • integrazione sensoriale • logopedia In fine, la formazione e l’istruzione possono anche consentire ai genitori e a chi si prende cura dei bambini di gestire meglio i loro sintomi. Fonte: https://www.portale-autismo.it/differenze-tra-autismo-e-adhd/
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