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LE CONSEGUENZE PSICOLOGICHE DELLA PANDEMIA

apr 15, 2021

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È ormai da più di un anno che conviviamo con gli effetti che il COVID-19 ha portato nella vita di tutti noi. I diversi lockdown vissuti hanno influenzato la vita sociale odierna, non più basata sul contatto fisico, ma sul distanziamento. Si è, infatti, notato un sempre maggiore allontanamento e disinteresse dal voler instaurare nuove conoscenze o dal voler continuare la frequentazione di amicizie già consolidate.
Ciò dimostra che la conseguenza psicologica forse più pericolosa del COVID è stata proprio la perdita di desiderio nell'avere una "vita sociale", nel distaccamento dal desiderio di uscire. Questa pandemia da COVID-19 ha influito negativamente sulla vita di tutti, non solo su chi ha avuto tale malattia, perché, nel caso di chi non si è ammalato, questo si è trovato a dover lottare a livello psicologico, mentre, nel caso di chi si è ammalato, la lotta ha toccato anche il livello fisico.
A tal proposito si è originata una vera e propria sindrome, detta "Long-COVID" o "Post-COVID", la quale vede protagonisti tutti coloro che hanno riscontrato questo virus, le cui conseguenze si protraggono nel tempo. Si nota, ad esempio, il senso di rifiuto a lasciare la propria casa, per paura di esporsi a possibili minacce, anche successivamente alla fine del periodo di isolamento forzato, la cosiddetta "sindrome della capanna".
La paura, l'insonnia, l'ansia, l'alterazione dell'umore, la depressione, il senso di solitudine e lo stress sono solo alcune delle conseguenze che il Covid-19 porta con sé.
Da alcune ricerche scientifiche emergono dati significativi ricollegabili a perdita di concentrazione a scuola, sul posto di lavoro, ma anche perdita di interessi. È una generale perdita di certezze spesso connessa all'uso di sostanze stupefacenti, nicotina,alcolici di cui, prima della pandemia, non si abusava. Tutto ciò può portare all'insorgenza di attacchi di panico, attacchi d'ansia o stress cronico.
Dal punto di vista diagnostico, questa pandemia ha favorito lo svilupparsi di disturbi d'ansia nella maggior parte della popolazione, anche senza essere correlato alla aver contratto o meno il virus. Il DSM-V racchiude tutti i disturbi che condividono ansia e paura eccessive nei disturbi d'ansia. Nello specifico, "la paura è la risposta emotiva a una minaccia imminente", mentre "l'ansia è l'anticipazione di una minaccia futura".Chi soffre di disturbi d'ansia tende a sopravvalutare il pericolo in situazioni di paura o evitamento. Portando con sé una carica fortemente destabilizzante, è necessario intervenire prima che la paura o l'ansia esperite siano eccessive o sproporzionate. Se non si dovesse intervenire in tempo, ovvero prima che queste sensazioni accrescano di intensità, il disturbo persisterebbe e peggiorerebbe con il tempo.     
Il fulcro di questo periodo è basato sull'isolamento, concetto destabilizzante se si tiene conto che è centrale e necessario per tutti il bisogno di contatto fisico e "vicinanza sociale". È risultato quindi difficile convivere con un allontanamento sociale forzato, il quale ha portato le persone a guardarsi con diffidenza e timore perché possibili portatori del virus. Abbiamo dovuto imparare a isolarci dai nostri affetti, non solo dagli estranei, e questo è risultato essere estremamente disfunzionale per i rapporti interpersonali e per la salute mentale.
È quindi essenziale chiedere aiuto e intraprendere un percorso psicologico per evitare che questa emergenza sanitaria lasci danni irreparabili.

Autore: Psicologo e Psicoterapeuta DR.SSA MARCELLA BASSAN (fonte: https://www.psicologionline.net/articoli-psicologia/articoli-ansia-depressione

Autore: 9f5c26a8_user 03 ago, 2021
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Autore: 9f5c26a8_user 03 ago, 2021
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Autore: 9f5c26a8_user 07 mag, 2021
Cos’è l’ADHD? L’ADHD (ovvero “attention deficit hyperactivity disorder”) è un disturbo comune dello sviluppo neurologico. Secondo l’Associazione Psichiatrica Americana (APA), l’ADHD colpisce circa l’8,4% dei bambini e il 2,5% degli adulti. Nello specifico, I medici la diagnosticano più spesso nei maschi che nelle femmine. I bambini con ADHD hanno difficoltà con l’attenzione, l’iperattività e il controllo degli impulsi. Possono avere difficoltà a concentrarsi, a stare fermi o a pensare prima di agire. Esistono tre sottocategorie di ADHD: • disattento • iperattivo-impulsivo • combinato I sintomi dell’ADHD possono migliorare con l’avanzare dell’età ed i pazienti possono acquisire maggiore concentrazione e controllo sui loro impulsi. Cos’è l’autismo? Il disturbo dello spettro autistico influenza la comunicazione sociale e l’interazione di una persona in vari contesti. Non esiste una cura, ma il trattamento può aiutare le persone a fare progressi nei settori che trovano impegnativi. La “American Autism Association” riferisce che l’autismo appare tipicamente prima che il bambino raggiunga l’età di 3 anni e che è cinque volte più probabile che si sviluppi nei maschi che nelle femmine. ADHD e Autismo A volte è difficile capire la differenza tra autismo e ADHD, soprattutto nei bambini più piccoli. Ecco come distinguere i sintomi delle due condizioni: Attenzione I bambini con ADHD, spesso, hanno difficoltà nel prestare attenzione, soprattutto in intervalli di tempo troppo prolungati e possono distrarsi facilmente. I bambini autistici possono avere un interesse limitato. Possono sembrare ossessionati da cose che apprezzano e hanno difficoltà a concentrarsi su cose che non gli interessano. Sono in grado di ricordare facilmente fatti e dettagli, e alcuni riescono ad eccellere in matematica, scienze, musica o arte. Risulta essere più immediato individuare questi segni mentre il bambino svolge dei compiti. Un bambino con ADHD potrebbe non essere in grado di prestare attenzione a qualsiasi argomento. Un bambino autistico può avere un alto livello di attenzione sui suoi argomenti preferiti, ma potrebbe non essere in grado di impegnarsi in argomenti che lo interessano meno. Comunicazione Le difficoltà di comunicazione sono caratteristiche per lo più dell’autismo. Tuttavia, anche alcuni bambini con ADHD hanno queste stesse difficoltà, ma in genere si presentano in modi diversi. I bambini con ADHD possono: • parlare continuamente; • vogliono avere l’ultima parola; • ignorare l’influenza delle proprie parole sulle altre persone; • interrompere gli altri. I bambini autistici possono: • avere difficoltà nell’esprimere le loro emozioni e i loro pensieri; • non usare gesti per comunicare; • avere difficoltà nel mantenere il contatto visivo; • fissarsi su un argomento di conversazione; • giocare in modo diverso (potrebbero non capire il gioco a turni o quello di fantasia) • non avviare o rispondere alle interazioni sociali. Routine e struttura I bambini con ADHD possono annoiarsi rapidamente con una struttura che trovano poco interessante, compresa quella della classe. Senza varietà, possono anche perdere interesse per le attività. Al contrario, i bambini autistici spesso dimostrano una forte omogeneità, volendo aderire a routine o a modelli ritualizzati di comportamento verbale o non verbale. I cambiamenti possono causare turbamento e irritabilità. C’è una relazione tra autismo e ADHD? C’è una certa somiglianza tra i sintomi dell’autismo e dell’ADHD, ed è possibile avere entrambe le condizioni. Il CDC (Centers for Disease Control and Prevention) stima che il 14% dei bambini con ADHD negli Stati Uniti hanno anche un disturbo dello spettro autistico. Altre ricerche collocano questo numero al 15-25%. I ricercatori non comprendono appieno le cause di entrambe le condizioni, anche se probabilmente i fattori genetici giocano un ruolo in entrambe. La diagnosi di ADHD La diagnosi di ADHD, si basa sui sintomi che sono stati presenti negli ultimi 6 mesi. Se un medico sospetta l’autismo, può esaminare il comportamento e lo sviluppo del bambino negli anni precedenti. Tuttavia, In entrambi i casi, possono richiedere l’intervento degli insegnanti e dei caregivers, così come quello dei genitori. Il medico inoltre, intende escludere le condizioni che possono causare sintomi simili a quelli dell’autismo o dell’ADHD. Questi problemi includono: • problemi di udito • difficoltà di apprendimento • disturbi del sonno Secondo uno studio del 2010 che ha esaminato i dati di oltre 2.500 bambini autistici negli Stati Uniti, l’83% di questi aveva almeno un altro disturbo dello sviluppo, mentre il 10% presnetava almeno un disturbo psichiatrico. Il trattamento Il trattamento varia a seconda del bambino, dei suoi sintomi e della presenza di altre condizioni. Alcuni trattamenti per l’autismo e l’ADHD includono: • terapia comportamentale • farmaci Inoltre, i bambini autistici possono beneficiare di ulteriori forme di terapia, a seconda delle loro esigenze. Alcune opzioni includono: • consulenza • interventi educativi • terapia occupazionale • integrazione sensoriale • logopedia In fine, la formazione e l’istruzione possono anche consentire ai genitori e a chi si prende cura dei bambini di gestire meglio i loro sintomi. Fonte: https://www.portale-autismo.it/differenze-tra-autismo-e-adhd/
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